Veli

17/11/2023-18/2/2024
Oratorio San Rocco Padova
PENSIERI PREZIOSI 18

ARTISTE IN DIALOGO:
gioielli di
Roy Andersson, Riccoboni, Speckner, Uderzo, Vagi

CARLA RICCOBONI

VOCI E VELI rappresentano i pezzi più recenti del mio percorso professionale e chiudono idealmente un ciclo di lavoro iniziato col ROTOLO (1979), un’opera di poesia visiva, 10 metri di scritture, basate sulla elaborazione grafica di parole, suoni, rumori, musica.
I segni, intesi come alfabeti e impronte, ma anche come ritmi e intrecci, sono i temi ricorrenti della mia ricerca che si è sviluppata nell’arco di due generazioni, dalle geometrie di ALPHABET e VENEZIA , alla matericità, di MADREFORME, dalla tranciatura meccanica al laser e all’algoritmo , con un ritorno alla manualità.
Viviamo anni di grandi cambiamenti, tra crisi energetiche, climatiche e pandemiche, guerre, che mi hanno più volte portata a riflettere sul significato e il senso del mio lavoro e ad affrontare strade nuove. Negli anni recenti è stata per me particolarmente significativa l’esperienza SEGNI SUL VOLTO, (2021-2022) una
sperimentazione di progettazione collettiva, un confronto generazionale su temi e tecniche della contemporaneità, reso possibile dalla collaborazione con Le Arti Orafe di Firenze.
VOCI e VELI, esposti in mostra accanto ai pezzi più rappresentativi della mia storia, raccontano gli esiti di questa esperienza nel mio percorso creativo.

Curatrice della mostra Dott.ssa Mirella Cisotto

… le cose che vanno in ombra sono come lo zucchero dentro l’acqua che bolle. A noi sembra che non esista più lo zucchero e si vede solo acqua. Secondo me il tempo funziona nello stesso modo, il presente va nel passato, come le cose vanno nell’ombra, poi si scioglie e non si vede più. Per fortuna il tempo è un solvente meno forte, lascia sempre dei frammenti vistosi. Queste parti colorate sono la memoria che è diversa dalle altre parti, si può non solo vedere ma si può anche udire, gustare, fiutare, toccare, ed è sempre emozionante. (Tongqiang Bai. SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

Tra qualche settimana  il 17 novembre si  inaugurerà a Padova una mostra  all’Oratorio di San Rocco , dove  saranno esposti  i pezzi più significativi del mio percorso professionale  e alcune opere nuove  frutto delle esperienze di questi ultimi due anni.
Quando ho ricevuto l’invito avevo concluso da pochi mesi il progetto SEGNI SUL VOLTO e stavo vivendo   un periodo  di  silenzio , lontano  dai  social.
Nella mia mente si affollavano i ricordi densi di una esperienza di progettazione collettiva, iniziata in piena pandemia: una riflessione sull’attualità, sulla tecnologia, sul futuro.

Un confronto tra generazioni, personalità, che era approdato a proposte molto innovative e , per certi versi, inquietanti.
Avevo bisogno di tempo, il tempo lungo necessario per elaborare, avevo bisogno di lavorare con le mani, per dare forma ai miei  pensieri.
L’invito di  Padova, era l’occasione per  far emergere le parti colorate, gli apporti  più significativi del confronto.

SEGNI SUL VOLTO workshop realizzato  in collaborazione con Le Arti Orafe  LAO di Firenze
Autori: Annarita Bianco, Gisella Ciullo, Micol Ferrara, Letizia Maggio,  Simona Materi, Giulia Morellini, Silvia Sandini, Tongqiang Bai, Barbara Uderzo, Cristian Visentin, Claudia Zanella .Cordinatori:  Carla Riccoboni, Alice Rendom.
Relatori : Alessandra Menegotto, Laura La Mantia, Francesco Bravin , Roberta Bernabei, Chiara Scarpitti

SUONI E SEGNI: IL ROTOLO DEL 1979
“…avevo osservato che scrivendo velocemente, sempre più velocemente, la calligrafia diventava illeggibile, ma manteneva comunque la capacità di trasmettere qualcosa, un senso di armonia o disarmonia, forza o leggerezza, le emozioni del momento…”
La traduzione di un suono in una forma è da tempo utilizzato nel campo scientifico.
La rappresentazione più comune è una linea ondulata dove l’altezza e l’intensità delle curve visualizzano le caratteristiche del suono.
La traduzione di un suono in una forma, con intenti artistici/estetici ed espressivi mi era tuttavia sconosciuta nel 1979. In quegli anni scrivevo dei diari giornalieri.
Avevo osservato che scrivendo velocemente, sempre più velocemente, la calligrafia diventava illeggibile, ma manteneva comunque la capacità di trasmettere qualcosa, un senso di armonia o disarmonia, forza o leggerezza, le emozioni del momento ………..
Ho cominciato così a lavorare sulla scrittura e a trasformare in segni grafici non solo le parole, ma anche suoni, rumori, musica del mio mondo quotidiano. I rumori del traffico, i suoni dei miei viaggi in treno, l’abbaiare di un cane…. i rumori di una fabbrica che tranciava rondelle di ferro.
Lavorando a lungo su questi suoni i segni ottenuti evocavano le fonti dei suoni in modo non scientifico, ma efficace. Nel caso delle rondelle corrispondeva esattamente al movimento della macchina tranciatrice,
Ho realizzato un’opera, il “ROTOLO” 10 metri di scritture, un’opera per me molto significativa
che si è rivelata, il riferimento costante di tutta le mie ricerche successive .
Attraverso i suoni percepiti, avevo costruito una mia prima interpretazione del mondo visualizzata attraverso dei segni, quelli primordiali che precedono alfabeti e scritture .
Da qui hanno origine i moduli delle catene ALPHABET; i ritmi ,delle catene VENEZIA, le superfici stampate con le impronte delle MADREFORME.

Progettare coniugando un’antica poesia cinese e la tecnologia…
«L’anno scorso, il volto di ragazza era rosa come il fiore di pesco nel giardino. Ormai il fiore di pesco sorride ancora ma la ragazza non si sa dov’è andata…….(Cui Hu –IX SEC d.C)
(Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

2021: Eravamo in piena pandemia.
Il workshop SEGNI SUL VOLTO approfondiva on line i temi dell’attualità: il senso di insicurezza, la perdita  dell’identità  causata dalle  mascherine, il bisogno di confronto e di dialogo a fronte dell’isolamento, la paura del futuro…L’obiettivo era di arrivare a costruire dei gioielli significativi del momento storico che stavamo vivendo.
Dopo la fase di documentazione cominciavano ad emergere dai partecipanti  le prime proposte , che venivano discusse collettivamente  in lunghi dialoghi on line.
Quando, Bai ha portato Il   testo poetico di Cui HU –IX  d.C. si è creato un silenzio significativo, un’emozione istantanea e condivisa…  un senso di sospensione  e di mistero.
I nostri strumenti  in quel momento erano il computer e le nostre voci.
Si poteva-  mediante un algoritmo-  tradurre  il suono della poesia  in linee,  segni, colori ….
Una linea e un colore per ogni voce, a comporre un’immagine unitaria, il petalo di pesco , misteriosa sintesi  tra l’emozione e gli strumenti digitali.        

VOCE: SOGGETTO, OGGETTO, STRUMENTO
Ricerche parallele U.S.A./ITALIA
Questi vasi in argilla , generati in 3 D dalla VOCE raccontano   “le storie perdute  e le creatività ignorate   degli afro-americani nei quartieri  della “Black  Belt “ di Chicago”.
( 2023) LAND Narratives- fantastic Futures  XVIII Biennale di  Architettura di Venezia

VOCE:  SOGGETTO, OGGETTO, STRUMENTO
Ricerche parallele ITALIA/U.S.A.
Terzo Pezzo: Oggetto da viso  che prende forma dalla trascrizione della voce con tecnologia 2 D
Questo modello realizzato nel 2022  durante il Workshop SEGNI SUL VOLTO  esplora i futuri scenari del gioiello , racconta bisogni e paure  della contemporaneità.

( 2021-2022) SEGNI SUL VOLTO workshop realizzato  in collaborazione con Le Arti Orafe  LAO di Firenze
Autori: Annarita Bianco, Gisella Ciullo, Micol Ferrara, Letizia Maggio,  Simona Materi, Giulia Morellini, Silvia Sandini, Tongqiang Bai, Barbara Uderzo, Cristian Visentin, Claudia Zanella .Cordinatori:  Carla Riccoboni, Alice Rendom.
Relatori : Alessandra Menegotto, Laura La Mantia, Francesco Bravin , Roberta Bernabei, Chiara Scarpitti

INDOSSARE LA PROPRIA VOCE
Bracciali e collari  prendono forma dalla trascrizione della frase:
…”Siamo ecosistemi che travalicano i confini e trascendono le categorie.
…Il nostro io emerge da un complesso groviglio di relazioni …”
(Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

I pezzi sono sviluppati in collaborazione con l’ Arch .Claudia Zanella.
Realizzazione di AGOSTINELLI srl, Rossano Veneto (VI)

La collezione VOCI è esposta nella  mostra
Artiste in dialogo.
Gioielli di Roy Andersson, Riccoboni, Speckner, Uderzo, Vagi
Oratorio San Rocco
Padova
17 nov. 2023-18 febbraio 2024  

50° ANNIVERSARIO  AGOSTINELLI SRL  Rossano Veneto (VI)
Questo oggetto celebra i primi  50 anni di lavoro dell’azienda  meccanica AGOSTINELLI SRL  fondata nel 1973.

…” Da circa un anno stavo sviluppando una ricerca di gioielli disegnati dalla voce in collaborazione con Claudia Zanella, giovane architetta. Mediante un algoritmo trasformavamo suoni, rumori e voci in segni grafici, poi forme, infine oggetti.
Abbiamo registrato i suoni prodotti dal taglio laser in officina : un rumore meccanico con sibili e  ticchettii, elaborati fino ad ottenere una  sequenza di linee e sagome , poi  traforate sul pezzo…….. “

Edizione numerata di 120 esemplari

“Una rete/ texture naturale…Un oggetto che prende vita con il volto… Che possa velare o svelare….
un segno come dispositivo di protezione/interazione da contagi reali, da un mondo in cui anche l’interiorità è diventata immagine.
Uno spazio di filtro con l’esterno.”
(Claudia Zanella.Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

“Dinamica tra nascondere e rivelare
…guardare dentro e fuori allo stesso tempo…”
(Silvia Sandini. Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

Il volto era l’oggetto primario del nostro workshop, una scelta determinata dalla diffusione delle mascherine protettive al tempo della pandemia.

Il materiale elaborato dal gruppo fin dall’inizio proponeva oggetti cilindrici, cupole, caschi, strutture. Memorie e citazioni di elmi medievali, di collari barocchi, di veli e velette romantiche trasformati in strumenti per comunicare/interagire, ma allo stesso tempo isolare/proteggere.

Tutti oggetti che evidenziano una ambiguità di significato e di funzione, una doppia direzione dei rapporti; filtri, barriere permeabili che interpretano bene bisogni e contraddizioni della contemporaneità.

Dissolvere la forma
Dissolvere collane e ornamenti in una forma simbolica astratta,  una tessitura indossabile in metallo prezioso, lavorato a mano
Il velo non è sembra propriamente un abito, né un ornamento, ma piuttosto   un oggetto intermedio, ricco di significati ambivalenti.
Per secoli è stato il simbolo di  femminilità, riservatezza, pudore, modestia… seduzione…femminilità.
IL VELO evoca bellezza, leggerezza, trasparenza e mistero

Mi ha riportato alla memoria i lavori pazienti e lenti della mia giovinezza
Penso all’abilità di mia madre e di tante altre donne ancora capaci di realizzare manufatti con ferri e uncinetto, bastoncini /strumenti semplici, primitivi che si contrappongono alla complessità degli algoritmi, alle nanotecnologie, all’istantaneità dei risultati…
Da qui l’idea di un VELO in metallo prezioso, realizzato con gli strumenti più lenti possibili…..i ferri e uncinetto…

senza certezze, in mezzo a cambiamenti continui

“Scegliere strade nuove secondo una logica non consequenziale…
Ascoltare la voce delle cose, seguire gli eventi.
Concetti opposti servono per pensare, per confrontarsi, per progettare…
a volte gli opposti convivono “
(Barbara Uderzo. Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE)

Ho iniziato a sperimentare utilizzando fili sottili di ferro, poi d’ argento con la tecnica dell’uncinetto e poi con i ferri …
La difficoltà era la tenuta del filo: la lavorazione lo incrudiva e facilmente si rompeva.
Difficile realizzare una trama regolare con finiture adeguate lungo i bordi.
L’iniziale progetto comportava una fatica immensa.
Ho rovesciato allora il metodo ricordando John Cage: Scegliere strade nuove secondo una logica non consequenziale…ascoltare la voce delle cose…

Calando o aumentando i punti, si formavano dei volumi non previsti. Il disordine e l’irregolarità comportavano un continuo riaggiustamento degli equilibri.
Ho cominciato a controllarne gli effetti introducendo elementi ulteriori di irregolarità, catenelle volanti, tagli ecc. inventando compensazioni possibili … Un gioco di sbilanciamento/riequilibrio, per ore e ore… Lo sentivo una metafora del vivere oggi, senza certezze, in mezzo a continui cambiamenti.

“Ascoltare la voce di tutti……
DARE VOCE A TUTTI
(Dal workshop SEGNI SUL VOLTO 2021-2022 Le Arti orafe FIRENZE )

VOCI, oggetto tessile in argento lavorato ai ferri si ispira al velo, lo Hijab che le donne iraniane sono obbligate ad indossare in pubblico.
Riprende e dà VOCE alla loro protesta, espressa con il gesto di togliersi il velo e protenderlo come una bandiera di libertà.
Oggi il velo è diventato metafora dell’oppressione, della costrizione, dell’autoritarismo.
VOCI come memoria di un oggetto che nei secoli ha connotato il ruolo subalterno assegnato alle donne.
VOCI come ricordo del paziente lavoro manuale femminile, come simbolo della cura, come proposta di recupero della misura umana…
Velo come VOCE di tutte le donne, che hanno lottato consapevolmente e inconsapevolmente per la propria affermazione e libertà.